Enrico Cosenz. L’eroe ribelle, il secondo dei Mille, il primo Capo di SME.

Copertina del libro "Enrico Cosenz - L'Eroe Ribelle, il Secondo dei Mille, il Primo Capo di SME"

Copertina del libro "Enrico Cosenz - L'Eroe Ribelle, il Secondo dei Mille, il Primo Capo di SME".

Presentazione a Gaeta del libro “Enrico Cosenz

L’eroe ribelle, il secondo dei Mille, il primo Capo di SME”

 Il libro su Enrico Cosenz, edito dalla Provincia di Latina, verrà presentato a Gaeta venerdì prossimo. La memoria dell’Eroe di Venezia, del secondo dei Mille, del primo capo di Stato maggiore dell’Esercito, infatti, oltre a Napoli, Venezia e Roma, è restata viva a Gaeta che ha avuto intestata a lui la sua maggiore caserma già dai primi giorni della sua morte avvenuta nel 1898.  Niente più che naturale la scelta di presentare questo interessante saggio su di un eroe del Risorgimento in una città come Gaeta e in un luogo storico come Palazzo De Vio.

La Provincia di Latina ha organizzato, infatti, per venerdì 8 giugno 2012 alle ore 17,30 presso la Sala Conferenze Pio IX del Palazzo De Vio a Gaeta, la presentazione di questo libro, di cui è autore il prof. Giuseppe Monsagrati e curato dal dirigente del Settore Turismo e Cerimoniale Domenico Tibaldi: “Enrico Cosenz. L’eroe il secondo dei Mille, il primo Capo di SME”.

Dopo gli indirizzi di saluto di mons. Fabio Bernardo D’Onorio, arcivescovo di Gaeta e di Cosmo Mitrano, sindaco di Gaeta, interverranno il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, il Past President dell’Associazione Nazionale ex allievi Nunziatella Giuseppe Catenacci, il Presidente dell’Associazione Grido Libero Prof. Nilo Cardillo, il capo dell’ufficio storico dello Stato Maggiore dell’E.I Col. Antonino Zarcone, lo storico e ordinario di storia del Risorgimento Prof. Giuseppe Monsagrati, autore del saggio. Le conclusioni saranno del Sottocapo di Stato Maggiore dell’E.I Gen. CA Domenico Rossi. A moderare i lavori sarà il giornalista Paolo Brogi del Corriere della sera.

  “Il saggio del prof. Giuseppe Monsagrati, autorevole storico del Risorgimento - scrive nell’introduzione al libro il presidente Cusani – precede la trascrizione di lettere inedite di Enrico Cosenz, che contribuiscono a completare il ritratto del secondo dei Mille e del primo Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano. E’ un’opera importante, scientificamente qualificata, che la Provincia di Latina aspira a divulgare soprattutto tra i giovani e che è arricchita da un prezioso contributo del prof. Nicola Terracciano. La prefazione del Preside, prof. Nilo Cardillo, Presidente dell’Associazione ‘Grido Libero’, è l’alto e prezioso viatico per immergersi nella lettura di un volume che ritengo uno dei più importanti tra quelli pubblicati in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Itali, nella speranza che nuovi cuori intelligenti, saggi e generosi possono illuminare i destini del nostro Paese. Grazie, siamo fieri di questo progetto editoriale!”
Un volume ben curato sia dal punto di vista editoriale sia per la ricerca dei documenti storici e delle immagini fotografiche in memoria di Enrico Cosenz. Ricerca effettuata con oculatezza dal dott. Domenico Tibaldi.  Di particolare interesse, sono i contributi, “preziosi”, come ha già fatto notare lo stesso presidente Cusani, del prof. Giuseppe Monsagrati, del prof. Nilo Cardillo e del Prof. Nicola Terracciano. Saranno proprio gli studiosi a incontrare storici e appassionati del nostro Risorgimento l’8 giugno p.v., a Gaeta, durante la presentazione del libro.

  “Di Enrico Cosenz, giovane ufficiale nato a Gaeta il 12 gennaio 1820 e fattosi adulto mentre si venivano dileguando le speranze che Ferdinando II aveva alimentato salendo sul trono delle Due Sicilie- scrive nel suo saggio il prof. Monsagrati- molti biografi scriveranno appunto che era dotato di un carattere calmo e di grande capacità di riflessione. Come lui, lo erano i vari Pisacane e Mezzocapo e Rosaroll: stessa formazione, stessa attenzione all’aggiornamento culturale, stesso attaccamento a una patria comune che in quel momento era il Regno meridionale, ma che tale sarebbe rimasto solo se fosse stato in grado di accogliere e fare propria, ricevendola dal basso, l’aspirazione diffusa a un cambiamento la cui prima tappa non poteva che essere l’istituzione di un regime rappresentativo.”

Del Convegno tenuto a Gaeta nel dicembre del 2011, il libro conserva, anche, un altro elemento qualifi-cante, il recupero della memoria del Gen. Giuseppe Aloia, che, dopo aver partecipato col grado di tenente colonnello alla seconda guerra mondiale, sul fronte del Garigliano, ha sviluppato, in seguito, una brillante carriera che lo ha portato a ricoprire il massimo grado militare come Capo di Stato Maggiore, prima dello Esercito, poi della Difesa. Egli, subito dopo essere stato collocato nella riserva, scrisse una breve, ma intensa e commossa biografia di Cosenz, che fu pubblicata sulla Rivista “L’osservatore politico-letterario”, nel 1972. Quel saggio viene ora ripubblicato nel volume edito dalla Provincia di Latina.

Il Prof. Nicola Terracciano definisce con precisione le origini familiari ed il quadro biografico di Cosenz, collocando la sua figura non solo nel contesto di Gaeta, luogo della sua infanzia, e di Napoli, sede della sua formazione giovanile, ma nel quadro generale dell’Italia Meridionale. Viene ricostruito con analitica precisione il sistema delle sue relazioni familiari. Da esse risulta che “Enrico Cosenz, pur con origini francesi per parte paterna, è, per la parte materna, profondamente radicato nel tessuto sociale meridionale

e napoletano”, per cui nella sua vicenda biografica si rispecchia la parte migliore dell’Italia meridionale, che ha dato un contributo generoso e fondamentale al processo risorgimentale.

 “Questo libro, per il modo in cui è stato concepito e per le sue caratteristiche intrinseche può mandare un messaggio positivo ai giovani- scrive il prof. Cardillo- perché, partendo da una lettura equilibrata e consapevole di un momento cruciale della nostra storia, ci dimostra che il Risorgimento non è un fenomeno storico concluso, è al contrario vitale per i sentimenti che lo suscitarono, che sono ancora operanti e sono indispensabili per formare nuove generazioni di cittadini capaci di servire la Patria pacatamente, descrivendo con oggettività i fatti di un’epoca, non adoperando ingiustizie o travisamenti, senza attizzare gli odi, ma tentando di preservare la verità storica come fondamento della libertà civile.”

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