La nascita del figlio Bruto

Errico Amante: la nascita del figlio Bruto

Il secondo processo politico, che gli toccò, fu quello così stranamente detto de’ Pugnalatori, pel quale fu tradotto con Francesco De Sanctis e molti gentiluomini napoletani nelle segrete del Castello dell’ Ovo[1].

Gli era allora, il dì 11 marzo 1852, nato un bambino (tenuto a battesimo per procura dal De Sanctis ancora chiuso nel Ca­stello dell’ Ovo), al quale era stato posto il nome di Bruto,come protesta a’ tempi, quantunque la polizia, dopo inutili divieti, avesse voluto che questo nome fosse almeno collocato dopo un altro che appartenesse al calendario de’ santi!

L’Amante andò vagando per le vie di Napoli tre giorni senza trovare una casa che gli desse asilo e portando per le strade moglie e figlio poppante, a mo di zingari, finche tra­dotto avanti al Governa, fu mandato al domicilio forzoso nel luogo, onde era evaso quando tornò da Venezia, con una carta di passaggio, contenente l’intimazione di presentarsi fra tre giorni all’Intendente della Provincia di Caserta, il quale, alla sua volta gli rilasciava il 20 marzo 1853 altro «bono per portarsi al Sotto Intendente di Gaeta e Mola (Caracciolo) e quindi recarsi subito a Fondi ed ivi attendere ulteriori disposizioni ».

E quando 1′Amante comparve avanti al Prefetto di Ca­serta, de Marco, ci fu un incidente comico-tragico. Annunziatosi pel giudice Amante, quel Prefetto, il quale non ancor sapea che roba ci fosse, corse a riceverlo. Ma appena presen­tatagli  dall’Amante la carta di passaggio, mutò tosto contegno: fatto il viso feroce, gli disse di attendere i suoi ordini”.[2]


[1]  E dopo le fasi lunghe di questa processura, tratto fuori di carcere, non poté neppur ottenere di esercitar a Napoli la professione di Avvocato dal feroce Longobardi, Ministro di Giustizia, mentre non si trattava che di un tramutamento da S. Maria a Napoli giusta il seguente documento: « 11 Can­celliere della Corte Criminale rii Terra di Lavoro certifica che avendo osser­vato l’Albo de’ Patrocinatori addetti ad esercitare tali funzioni presso questo suddetto collegio, ha rilevato che sotto il numero d’ordine 135 vi sia annove­rato il Sig. Errico Amante nel di 24 Aprile 1849.”

[2] Bruto Amante e Romolo Bianchi, FONDI IN CAMPANIA, Loescher, Roma, 1903, pag. 370.

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